Gorizia genera opportunità

Visione

 

Nel futuro prospettato da questo studio Gorizia ha promosso un’economia integrata, favorendo la nascita di nuove imprese e nuova occupazione nei settori dell’industria innovativa, dell’artigianato, del turismo, del commercio e dell’agricoltura. Il territorio beneficia di una maggiore integrazione, anche transfrontaliera, dal punto di vista logistico. L’identità di Gorizia come città internazionale, connessa agli ambiti del Collio e del Carso, si è rafforzata di pari passo con la promozione dell’offerta culturale, naturalistica ed enogastronomica del territorio. La crescita del turismo ha portato ulterioresviluppo economico, occupazione e benessere diffuso, essendosi sviluppato in termini sostenibili e conciliandolo con la qualità della vita della popolazione residente. Gorizia ha sfruttato al meglio la sua posizione e il suo patrimonio storico, artistico e culturale, ad esempio quello legato alla Grande Guerra, ma anche attraverso l’integrazione dell’offerta museale e la riqualificazione di strutture come il Castello e Piazza Transalpina L’individuazione e il rafforzamento di un circuito commerciale del centro storico, di adeguata qualità e accessibile, favorendo la concorrenzialità tra marchi che contribuisce alla dinamicità dell’intero tessuto commerciale e sfruttando al meglio le diverse tipologie e metrature degli spazi commerciali esistenti, ha portato alla rivitalizzazione del tessuto commerciale.

 

 

Obiettivi

 

3.1 Promozione di un sistema economico integrato

 

3.2 Rafforzamento dell’integrazione transfrontaliera

 

3.3 Rafforzamento dell’identità internazionale di Gorizia

 

3.4 Promozione dell’offerta culturale, naturalistica ed enogastronomica

 

3.5 Integrazione dell’offerta museale

 

3.6 Riqualificazione di strutture strategiche per la promozione turistica del territorio

 

3.7 Promozione del turismo sostenibile

 

3.8 Rivitalizzazione del tessuto commerciale

 

 

Strategie

 

Promozione di nuove attività economiche e integrazione logistica

 

La ridefinizione di un’economia integrata per la città di Gorizia non può prescindere dall’attrazione di nuove attività economiche che possono insediarsi in città, sfruttando la sua posizione e la disponibilità di ampi spazi come l’area dell’Aeroporto. La definizione di nuove filiere eterogenee e articolate è fondamentale per la diversificazione della base produttiva di Gorizia e per gli effetti in termini di indotto che possono generarsi nel settore dei servizi alle aziende e alle persone.

 

In questa strategia l’integrazione logistica della città, in particolare rispetto alle connessioni transfrontaliere, gioca un ruolo di primo piano. Gorizia si colloca nel punto d’incontro tra diversi assi di trasporto orientati verso il Centro e l’Est Europa, e può sfruttare la sua prossimità con il sistema portuale dell’Alto Adriatico (di cui è retroterra naturale) e dell’Aeroporto di Ronchi dei Legionari. L’Autoporto e la Stazione Confinaria di Sant’Andrea possono guadagnare ulteriore centralità in questo complesso sistema logistico-infrastrutturale.

 

Le ricadute di un aumento del volume di movimentazione di merci sono rilevanti sia rispetto agli impatti diretti sul sistema economico e produttivo, sia in termini più ampi rispetto a una maggiore centralità, attrattività e visibilità del sistema economico goriziano.

 

Progetto-faro: centro per l’insediamento di start-up culturali

 

Per Villa Louise si prevede un centro per l’insediamento di startup culturali a livello regionale e transfrontaliero, appoggiandosi alla candidatura di Nova Gorica e Gorizia come capitale ECOC 2025

 

Buone pratiche a livello europeo

 

Buda Fabriek [1] [2] 2012- / Kortrijk, Belgio (75.000 ab.)

 

La città ha investito in maniera consistente nello sviluppo dell’economia creativa, anche con l’avvio di grandi eventi e la collaborazione con l’Università.

 

Gli interventi di rigenerazione sull’Isola di Buda, un’ex area industriale vicina al centro città, hanno permesso il reinsediamento di residenti e di attività economiche legate al settore dell’economia creativa, della cultura e delle arti. Tra i progetti che hanno generato gli stimoli più importanti si possono menzionare l’Artcentre BUDA, che ha riunito cinque importanti organizzazioni culturali locali e Design Regio Kortrijk, una piattaforma che ha l’ambizione di diffondere il design-thinking in altri settori economici.

 

Buda Fabriek è tuttavia il risultato più significativo dei processi di rigenerazione dell’area. Si tratta di uno spazio ibrido di incontro e di lavoro per sviluppatori, accademici, designer, artisti, studenti e imprenditori ai quali mette a disposizione un fab lab, uno spazio di coworking e aree di incontro e aggregazione. Promuove l’integrazione tra discipline e attraverso esposizioni, seminari, workshop e laboratori sviluppa nuove soluzioni per l’economia sostenibile.

 

 

Promozione turistica

 

Gorizia non è considerata una città d’arte e quindi non è inserita nei circuiti turistici adeguati. Vive, pertanto, di un turismo di passaggio legato per lo più agli accadimenti storici ed ai punti di grande interesse legati alla Grande Guerra. Le risorse sono tuttavia diverse, spesso sconosciute, non solo ai turisti ma anche agli stessi cittadini, e la loro mancata valorizzazione penalizza il settore turistico, fondamentale per lo sviluppo dell’economia del territorio. Occorre, quindi, promuovere il settore come volano dello sviluppo sociale ed economico dell’intera area transfrontaliera, con forme di turismo sostenibile, puntando sulle risorse culturali, naturalistiche, ambientali, enogastronomiche. Allo stesso tempo, risulta strategico legarsi ai flussi turistici già presenti nelle aree contermini alla città, su scala transfrontaliera, provando ad estendere i benefici connessi all’incremento turistico anche nel territorio goriziano: è questo il caso, per esempio, del turismo crocieristico che fa scalo a Trieste.

 

Un approccio di integrazione dell’offerta deve partire dalla messa in rete del patrimonio museale cittadino e in generale dei siti di interesse storico, artistico e culturale, nonché degli eventi e delle kermesse che hanno luogo in città nel corso dell’anno (Gusti di Frontiera, èStoria, Premio Amidei etc.). L’integrazione deve avvenire su una scala inevitabilmente sovra-cittadina, coinvolgendo aree dall’identità territoriale significativa come il Collio e il Carso.

 

Anche la promozione di grandi eventi, come la candidatura a Capitale europea della Cultura del 2025 delle città di Nova Gorica e Gorizia, assume un ruolo strategico in quest’ottica. La riqualificazione di Piazzale della Transalpina è dunque significativa in termini simbolici e materiali per la promozione del turismo, con ricadute positive su tutta l’area transfrontaliera.

 

Progetto-faro: riqualificazione di Piazza della Transalpina

 

La valorizzazione del piazzale della Transalpina sarà definita di concerto con i Comuni sloveni confinari, in forza dell’Accordo con il quale il Comune di Gorizia ha delegato al Gect GO l’organizzazione del concorso internazionale di idee per la sistemazione architettonico-urbanistica della piazza Transalpina, al fine di creare un terzo centro cittadino comune a entrambe le città nel punto in cui esse convergono. La piazza in questione verrà integrata e valorizzata in modo da diventare il punto centrale degli eventi legati alla Capitale europea della cultura. Il piazzale della Transalpina costituirà, in caso di vittoria della candidatura Nova Gorica – Gorizia, uno degli elementi principali di eredità di ECOC alle città, anche in termini di innovazione dei processi di governance transfrontaliera.

 

Buone pratiche a livello europeo

 

Progettazione condivisa degli spazi pubblici [3] [4] 2015-2018 / Valga-Valka, Estonia-Lettonia (24.000 ab.)

 

Valga e Valka sono città gemelle sul confine tra Estonia e Lettonia. La cooperazione tra le due città dopo l’indipendenza delle due Repubbliche dall’Unione Sovietica si è improntata, anche nel tentativo di invertire la tendenza allo spopolamento, sulla gestione comune degli spazi pubblici al confine tra i due Stati. Nel 2015 Valga ha avviato un concorso internazionale per la realizzazione di una piazza che connettesse le due città, ottenendo fondi nazionali per la sua realizzazione, completata nel 2018. L’inaugurazione della piazza ha stimolato nuove attività condivise tra le due città, come la popolare gara di barbecue Grill without borders.

 

Principale insegnamento: un rafforzamento del senso di appartenenza ai luoghi, anche attraverso il miglioramento della qualità degli stessi, può portare a effetti positivi sul piano dell’attrattività territoriale.

 

Visit Alba Iulia [5] 2007-2014 / Alba Iulia, Romania (68.000 ab.)

 

Alba Iulia, storica capitale della Dacia ai tempi dell’Impero Romano, è riuscita con successo a guadagnare quella visibilità alla quale aspirano molte cittadine di medie dimensioni nello spazio europeo, promuovendo il proprio patrimonio culturale in un contesto di cambiamenti economici significativi.

 

A partire dal 2007 la città – prima in tutta la Romania – ha sviluppato un’operazione di marketing territoriale che l’ha portata a definire un brand (sviluppando il concetto de L’altra capitale), nonché strumenti specifici come il posizionamento social, un blog, una guida turistica e un’app. Inizialmente la strategia era pensata esclusivamente a fini turistici, ma è stata estesa anche ad altri settori economici locali, posizionando la città nel panorama europeo come area attrattiva per investitori, turisti e nuovi residenti e definendo al tempo stesso un approccio integrato per rispondere alle esigenze dei tre target.

 

Principale insegnamento: la competitività su scala territoriale, anche se sviluppata a partire da un settore specifico come il turismo, può portare a esiti positivi che si estendono a tutti i settori economici, in particolare se la definizione di brand e strategie è frutto di un processo partecipato dagli attori rilevanti.

 

 

Rivitalizzazione commerciale

 

L’attuale difficile momento che segna gli esercizi commerciali della città non è da attribuire come viene spesso affermato alle limitazioni del traffico o alla mancanza di spazi di sosta, quanto ad un calo degli utenti, anche per le nuove modalità dell’e-commerce ma, soprattutto, alla crescita dei centri commerciali, all’omologazione dei prodotti di vendita, e, non da ultimo, alla scarsa attrattività delle aree della città consolidata con la loro scarsa qualità urbana. La rivitalizzazione commerciale dell’intera città potrà ottenersi solo ponendosi come obiettivo principale la riqualificazione dello spazio urbano e prevedendo nuove attività commerciali e culturali non generiche ma rapportate alla specificità e identità locale. Questo va verificato per le diverse zone commerciali della città e del centro storico. Il PRGC dovrà prevedere le condizioni perché il commercio di prossimità (i vecchi negozi tradizionali) possano riprendere a rivitalizzare la città il cui lento e continuo depauperamento sta determinando una dequalificazione degli immobili. Per una migliore qualità urbana, dovrà essere verificata la possibilità di contingentare alcuni tipi di attività, individuare le attività incompatibili con la struttura del centro storico e disciplinare i parcheggi connessi al commercio, in particolare in centro storico. Se da un lato la concorrenzialità tra marchi che agiscono sugli stessi segmenti commerciali non deve essere avversata, perché contribuisce a una maggiore dinamicità dell’intero tessuto commerciale cittadino, dall’altro è necessaria una differenziazione tipologica favorendo insediamenti diversi anche sulla base della metratura disponibile.

 

Progetto-faro: centro commerciale naturale

 

La prospettiva è quella dell’individuazione e rafforzamento di un circuito commerciale del centro storico che funga da centro commerciale naturale, con adeguati interventi sulla mobilità (pedonalizzazioni, accesso all’area tramite nuova viabilità e parcheggi scambiatori, circolazione interna incentrata sulla mobilità dolce), con un miglioramento della qualità urbana (riqualificazione degli spazi pubblici che possano competere con le ‘nuove piazze’ dei centri commerciali) e con l’individuazione di poli attrattori (ad esempio l’area del Mercato Coperto) e di strutture adatte alla realizzazione di parchi commerciali. Inoltre, nell’ottica dello stimolo alla competitività e della necessaria differenziazione tipologica anche in base alla conformazione fisica delle aree disponibili, attività artigianali, di qualità e di nicchia potrebbero trovare la loro collocazione in via Rastello.

 

Buone pratiche a livello europeo

 

Promozione di attività culturali e artistiche per la rivitalizzazione economica [6] 2014- / Oberhausen, Germania (211.000 ab.)

 

Come molte altre città nella regione della Ruhr, Oberhausen ha dovuto reinventarsi a fronte del declino dell’industria siderurgica. Al fine di revitalizzare il tessuto commerciale del centro storico, indebolito dalla costruzione di un centro commerciale negli anni ’90, la città ha deciso di mappare gli spazi commerciali sfitti, al fine di incentivarne l’uso temporaneo da parte di artisti e istituzioni culturali. Operatori culturali, artisti e associazioni hanno così contribuito attivamente alla rivitalizzazione dell’area, anche in termini economici, trasformando gli spazi sfitti da problemi a opportunità.

 

Principale insegnamento: l’insediamento di usi temporanei e sperimentali è un’azione che, se integrata in una strategia di rivitalizzazione commerciale, può portare benefici in termini di attrattività e, dunque, di aumento del volume di attività commerciali.

 

Programma per il centro storico [7] [8] [9] 2016- / Basingstoke, Gran Bretagna (87.000 ab.)

 

A Basingstoke le autorità locali hanno sviluppato un “Programma per il centro storico” con il quale sono state concordate con gli attori rilevanti una serie di interventi necessari per aumentare l’attrattività del centro e per generare fiducia tra gli operatori economici. È stata formata un’associazione che aggrega quasi 500 commercianti con finalità promozionali e di rappresentanza. Amministrazione e commercianti sono in seguito intervenuti sull’assetto fisico dell’area, sul miglioramento dell’esperienza di fruizione del centro, sulla diversificazione dell’offerta e sul supporto all’apertura di nuove attività.

 

Principale insegnamento: il caso illustra l’importanza, per una città, di comprendere il proprio posizionamento nell’area territoriale più vasta e i propri punti di forza (ad esempio la presenza di target specifici come studenti, pendolari, turisti) sviluppando di conseguenza i servizi e l’esperienza garantita ai suoi visitatori.

 

Centro commerciale a cielo aperto [10] [11] [12] 2016- / Igualada, Spagna (39.000 ab.)

 

A Igualada l’amministrazione ha lavorato per la realizzazione di un centro commerciale all’aperto nel centro storico, creando un itinerario commerciale adeguatamente segnalato nella città, sviluppando un’apposita campagna comunicativa, aumentando le aree pedonali, creando un’offerta attrattiva nel centro (anche attraverso la valorizzazione di eventi come la Fiera di Igualada), un sistema di scontistica e affiliazione comune ai negozi del centro e riqualificando alcune aree degradate.

 

Principale insegnamento: la cooperazione tra commercianti, altri attori rilevanti e l’amministrazione è fondamentale per creare un calendario di eventi e attività nel centro, al fine di renderlo più vivo e accogliente.

 

 

Compatibilità con le Linee Guida per le Green City

 

L’obiettivo si integra con le Linee Guida per le Green City secondo questi aspetti principali:

 

  1. assicurare un’elevata qualità ambientale: attraverso la valorizzazione del patrimonio storico, architettonico e naturalistico della città e tramite la promozione del turismo sostenibile;

 

  1. utilizzare le risorse in modo efficiente e circolare: attraverso la rigenerazione commerciale, in particolare nel centro cittadino;

 

  1. promuovere l’eco-innovazione, la green economy e il miglioramento della governance: attraverso la promozione di attività imprenditoriali innovative e l’integrazione dell’offerta turistica territoriale.
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